L’incontro con i padri bianchi di Castelfranco, più volte rinviato a causa del Covid, finalmente si è realizzato. Ed è stato un grande piacere incontrare i padri missionari che vivono in questa comunità: Luigi, Fausto, Tarcisio, Giuseppe e  Giancarlo… hanno  già  tutti superato “ sette volte dieci” i loro anni.  Difficile sintetizzare tutto quanto ci è stato raccontato, per il momento ve li presentiamo, ripromettendoci in un prossimo futuro di riferirvi alcune testimonianze delle loro avvincenti vite missionarie in Africa.

Padre Luigi, coordinatore della casa, nel raccontare la sua esperienza si commuove parlando del dialogo interreligioso a Kinshasa dove ha costituito il gruppo “famiglia di Abramo”.  A nome di tutta la comunità, racconta la ricca esperienza umana nata dalla condivisione con un confratello nigeriano, Philip.

Padre Philip, ha studiato ecumenismo per due anni a Venezia.  La loro esperienza con il confratello “studente” mi ha ricordato un proverbio africano che recita: “Il giovane corre più veloce, ma è l’anziano che conosce la strada”. Ed è così che si è realizzato  un arricchimento reciproco sia in comunità sia per l’attività missionaria a Castelfranco.

Padre Fausto,  nell’esperienza quarantennale in Congo, che ha comportato diversi incarichi all’interno del suo lavoro missionario, non ha mai dimenticato l’importanza dell’incontro con le persone. Con gli africani ha sempre condiviso non solo la religione cristiana ma le diversità culturali, il dialogo con il mondo mussulmano e la solidarietà. E’ stata un’esperienza arricchente che ancor oggi “colora “ il suo stile di vita e la sua partecipazione ai diversi  gruppi missionari sia a  Padova che a Treviso, insieme ai suoi confratelli.

Padre Tarcisio, partito per l’Africa nel 1952 , dopo il suo servizio missionario in Burundi e in Rwanda, è rientrato in Italia nel 1993.  Ora raggiunti i 97 anni ha dovuto interrompere il suo ministero al duomo di Castelfranco. Quando l’incontro,  sta facendo un puzzle di un suo ritratto. La sua massima è: “ fare qualcosa che mi  piace e che mi fa rimanere attivo senza stancarmi”. Ma la sua memoria non è stanca e gli permette diraccontarmi con orgoglio la sua esperienza africana.

Padre Giuseppe, da poco rientrato dal Ruanda, resta sempre in contatto con la fraternità da lui costituita in cui  vivono diverse persone in  semplicità prendendosi cura dei ragazzi di strada e dei  malati mentali. Il suo desiderio è realizzare per loro un progetto che comprenda la costruzione di un’abitazione e dei  servizi per accogliere i fratelli della Fraternità ed i malati mentali.

Padre Giancarlo durante l’esperienza di dieci anni in Burkina Faso si é occupato dell’animazione vocazionale nella diocesi di Bobodioulasso,  e per la società dei  Padri Bianchi. Gli ultimi tre anni prima di arrivare a Castelfranco ha collaborato per la contabilità con l’economo provinciale. Ora, in comunità si occupa dell’economato e partecipa con i confratelli all’animazione missionaria e vocazionale.

E per concludere ecco il loro grazie per la loro vita missionaria che non si è esaurita rientrando in Italia. È un grazie che parla dell’internazionalità  dei Padri bianchi.

          Mariaeva Coronelli (onlus: Amici dei padri Bianchi)