Salgo a Betlemme, o Figlio del cielo,

e nella mangiatoia io entro,

riscaldata dal focherello dei pastori,

l’illumina il sorriso di Giuseppe,

la ravviva la lieta speranza di mamma Maria.

 

Esci dal Mistero di Dio come un migrante

per un lungo viaggio e giungi alla nostra terra,

angosciata nella paura della notte

e smarrita negli abissi rossi di sangue.

 

Tu, Figlio del cielo, vieni a noi disarmato.

Il tuo nome è Pace, la tua parola è Mitezza,

il tuo cuore è Compassione.

 

Le tue mani sono carezza

all’universo della sofferenza oscura di tutti noi,

dei vicini e dei lontani.

Vieni a noi nella Debolezza della nostra carne.

 

Nasci all’Incrocio del tempo e dello spazio

dove l’Oriente s’incontra con l’Occidente,

e il Nord s’intreccia con il Sud.

 

Tu apri i confini delle patrie

e ognuno non più solo

si sente fuori dal grembo vibrante della terra.

 

Tu illumini il calar della sera di donne sventurate,

schiavizzate ai bordi delle strade nei loro corpi infreddoliti.

 

Tu vieni accanto ai malati senza più via di ritorno,

ai giovani indichi l’erto sentiero della Montagna.

 

Ti fai nostro compagno di viaggio

nei chiaroscuri della vita.

 

Un sorriso e un abbraccio offri ai migranti

che fuggono dalle guerre orrende che la morte spargono

nelle terre bruciate dal Drago divoratore.

 

Davanti a te io mi prostro, Figlio del cielo,

e con me ti adorano gli umani, Figli della terra,

cercatori della Verità, popolo dell’unico Dio,

certi che con Te e in te

tutto oggi è ancora possibile!

 

padre Pino Locati, Missionari d’Africa (Padri Bianchi)