Un “saggio e gentile pastore” che ha svolto un generoso servizio alla Chiesa in Ghana, specialmente per coloro che sono maggiormente nel bisogno. (Telegramma di cordoglio inviato da Papa Francesco alla nunziatura apostolica in Ghana per la morte di Card. Baawobr). “Con lui scompare una figura significativa di “Vescovo africano”
Nato a Nandom-Law, diocesi di Wa in Ghana il 21/06/1959, Richard Kuunya Baabowr ha fatto il giuramento nella Società dei Missionari d’Africa, Padri Bianchi, nello scolasticato di Totteridge in Gran Bretagna il 5/12/1986.
Ordinato sacerdote il 18/07/!987 a Ko, in Ghana, è stato nominato nell’allora Zaire (Rep. Democratica del Congo) come vicario parrocchiale a Livulu, nella diocesi di Kinshasa, dove è rimasto fino al 1991, anno in cui si è traferito a Roma, alla Casa Generalizia per gli studi. Nel gennaio 1996 ha seguito una sessione di formazione Spirituale a Chalelard (Lione) e nel settembre dello stesso anno è partito per Kahangala (Tanzania) come membro dello staff dell’Anno Spirituale. Inizia qui la sua missione nell’ambito della formazione dei Missionari d’Africa proseguita poi nello scolasticato di Tolosa-Velane dove rimarrà fino al 2004, eccetto una pausa per un anno sabbatico. Delegato a Roma al Capitolo del 2004 è stato eletto 1° assistente nel Consiglio Generale e nel 2010, al capitolo susseguente, Superiore Generale.
Scelto dall’Unione dei Superiori Generali (USM), dal 4 al 25 ottobre 2015 ha partecipato al’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. Al termine del suo mandato di superiore Generale dei Missionari d’Arica, Padri Bianchi, il mese di maggio 2016 è consacrato vescovo della diocesi di Wa.
“Un pastore vicino ai suoi preti e al suo popolo, sempre disponibile ad incontrare le persone e a dire una parola gentile a coloro che lo circondavano. Sentiva fortemente la responsabilità che incombeva su di lui come successore deli Apostoli…”
Il 27 agosto 2022 nell’omelia della cerimonia di consegna della Berretta rossa e dell’anello cardinalizio ai 21 nuovi cardinali, Papa Francesco sottolineava come per lui stesso e per tutti i cardinali, il fuoco vivo e dolce dello Spirito che animava Gesù sulle rive del Lago di Galilea “ci richiama che un uomo dallo zelo apostolico è spinto dal fuoco dello Spirito a prendersi cura con coraggio delle grandi responsabilità, come delle piccole”, e concludeva la celebrazione invitando la Chiesa Universale a pregare per il vescovo di Wa, Mons. Richard Baawobr, assente alle celebrazione perchè ricoverato per un problema cardiaco.
Nella s. Messa del giorno seguente nella Casa Generalizia dei Padri Bianchi, animata dalla comunità del Ghana di Roma, alla presenza di vescovi, confratelli, amici/che e anche una delegazione del governo del Ghana, il Card. Turkson, presidente della celebrazione in sostituzione del Card. Richard Baawobr ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma, nella sua omelia ha accentuato i temi del servizio e dell’umiltà nella relazione con Dio, con tutta l’umanità e con il creato. E’ nell’umiltà che siamo chiamati a porci al servizio gli uni degli altri.
il 19 novembre il Vicario Generale della diocesi di Wa, il P. Cornelius Naah Bayinnoba, comunicava alla Congregazione dei Missionari d’Africa, Padri Bianchi, che Card. Richard era stato dismesso dall’Ospedale.
Il 27 novembre, P. Stanley Lubungo, superiore generale dei Missionari d’Africa, comunicava la notizia del ritorno alla casa del Padre del Card. Richard Kuunya Baawobr a Roma, all’età di 63 anni dei quali 35 anni di vita Missionaria in Rep. Dem. del Congo, in Italia, in Francia, in Tanzania e in Ghana.
“Un grande spirito di iniziativa, grande capacità organizzative e diligenza riflettuta per annunciare la verità del Vangelo hanno caratterizzato la vita del Card. Richard Kuuia Baawobr”.
“Questa scomparsa inaspettata e improvvisa è senza dubbio all’origine di dolore e costernazione, ma è parte del progetto di Dio, misterioso ma sempre ispirato dall’amore e rafforzato dalle certezze immortali della fede.” (Decano del Collegio dei Cardinali)
“Il Card. Baawobr, un uomo buono, riflesso del Cristo stesso e dalla fede profonda che metteva a proprio agio chi lo incontrava. Una persona con nel cuore il povero, l’emarginato, il fragile nel corpo e nella mente, i senza famiglia e chiunque vivesse in condizioni difficile.
Il Card. Richard ripeteva sovente: “sono felice quando gli altri sono felici” (Rita Olinaa, corrispondente I Ratik Salam)